L'omicidio di Gorlago: il macabro caso di Stefania Crotti
RICOSTRUZIONE CRONOLOGICA DELLA VICENDA
Sono le 14:30 di venerdì 18 gennaio 2019 a Erbusco (BS), tra i vigneti della Franciacorta, quando un ciclista trova un cadavere supino e carbonizzato lungo una stradina sterrata.
Sul luogo del macabro ritrovamento arrivano i Carabinieri di Erbusco, i colleghi della Compagnia di Chiari, quelli del Comando Provinciale di Brescia e il Reparto Investigazioni Scientifiche.
Solo dalla conformazione del bacino è possibile risalire al sesso femminile della vittima. Non vi sono tracce di abiti, ma solo di due anelli alla mano, uno dei quali potrebbe essere la fede nuziale.
Basta poco ai militari e al PM per capire che si tratta di un delitto dai contorni atroci.
La Procura apre un'indagine per omicidio. Gli investigatori per tutta la serata e la notte vagliano i profili delle persone scomparse recentemente in zona. Quello che è certo è che il corpo è stato dato alle fiamme dove è stato trovato, ma con ogni probabilità la donna era già stata uccisa. Non è chiaro, però, se l'omicidio si sia consumato nello stesso luogo, una zona vicina al casello autostradale di Erbusco. Secondo le prime ipotesi il cadavere sarebbe stato bruciato nella notte tra mercoledì 16 e giovedì 17 gennaio, rimanendo sotto la pioggia, che potrebbe avere cancellato eventuali tracce.
I carabinieri prendono in esame le denunce di scomparsa fatte tra Brescia e Bergamo.
L'ultima
sarebbe quella di una quarantenne
italiana sparita da Gorlago (BG) tre giorni prima.

La vittima: Stefania Crotti

La vittima è Stefania Crotti, 42 anni, di Gorlago (BG), la cui scomparsa era stata denunciata dal marito Stefano Del Bello mercoledì 16 gennaio, dopo che la donna non è rientrata dal lavoro.
È un'altra donna bergamasca la principale indiziata di quello che appare un femminicidio a sfondo passionale. Si tratta di Chiara Alessandri, 44 anni, residente nello stesso paese dove la vittima viveva con il marito Stefano Del Bello e la figlia di sette anni. Secondo quanto emerso, Del Bello e la Alessandri avevano avuto una relazione, si conoscevano e si erano frequentati, come dimostrano delle foto che ha pubblicato sulla propria pagina di Facebook. Del Bello ha chiarito agli investigatori come ha conosciuto la Alessandri e la natura di quella relazione, terminata da tempo.

I PROTAGONISTI DEL GIALLO DI GORLAGO
Chiara Alessandri, di 44 anni, dello stesso paese della vittima, prima indagata a piede libero e poi fermata e trasferita in carcere dopo cinque ore di interrogatorio.
Un uomo (Angelo) che si presenta dai Carabinieri e racconta di avere accompagnato la vittima, Stefania Crotti, a casa della sospettata. La quale ha avuto una relazione con il marito della deceduta, Stefano Del Bello.
Questi sono i protagonisti di questo giallo, la cui dinamica si è sviluppata ed è cambiata rimbalzando tra la Procura di Brescia e quella di Bergamo: la prima per competenza territoriale, la seconda per la provenienza dei protagonisti, tutti residenti nella stessa via.

Stefano Del Bello, che è stato sentito dai militari dell'Arma nella notte tra venerdì 19 e sabato 20 gennaio 2019 e per tutta la mattinata seguente, ha consentito di riconoscere la vittima con certezza, perché sulla fede sopravvissuta alle fiamme c'era il suo nome con la data del loro matrimonio, avvenuto nel 2002. Non solo: il fuoco ha parzialmente risparmiato un tatuaggio che Stefano Del Bello ha riconosciuto essere quello che aveva la moglie Stefania. Ritenuto estraneo ai fatti, ha poi fatto ritorno a casa sua a Gorlago, nella via dove oltre a lui, Stefania e la figlia Martina, vivono i parenti della congiunta.
Durante la giornata si verifica un colpo di scena, quando un uomo si presenta ai Carabinieri spiegando che mercoledì 16, con la scusa di una festa a sorpresa in suo onore, proprio su richiesta dell'indiziata Chiara Alessandri, ha accompagnato la Crotti a casa sua, senza però entrarvi. L'ha fatta salire sulla sua auto all'esterno della "PMG spa" di Cenate Sotto (BG) dove la vittima lavorava e dove le telecamere di sorveglianza lo hanno ripreso.

Stefania Crotti era mamma di una bambina di 7 anni, Martina, avuta dal marito Stefano Del Bello.
L'INDIZIATA: CHIARA ALESSANDRI
Cosa è accaduto? È stata effettivamente la Alessandri a uccidere la Crotti? Se sì, dove? Era sola o in compagnia? Perché poi il corpo è stato lasciato a Erbusco a una quarantina di minuti e a venti chilometri di strada da Gorlago?

Davvero la donna è colpevole dell'efferato omicidio? Se lo è, ha fatto tutto da sola? A rispondere a queste domande saranno gli investigatori coordinati dal PM Teodoro Catananti.
Attorno alle 18:30 l'indiziata è stata vista lasciare il Comando Provinciale Carabinieri di Bergamo in compagnia del suo avvocato e di un Tenente dell'Arma.
Chiara Alessandri, assistita dal
legale bergamasco Gianfranco Ceci, nella serata del 19 gennaio 2019, risultava
indagata a piede libero, come il legale ha confermato spiegando di essersi
recato in caserma su richiesta della sua assistita, fermata e interrogata, a
cui è stata consegnata una notifica.
STEFANO DEL BELLO: MARITO DELLA VITTIMA ED EX AMANTE DELL'ASSASSINA
«Io e Stefania ci eravamo visti l'ultima volta mercoledì mattina - racconta alla stampa con un filo di voce il marito della vittima, Stefano Del Bello - Io poi sono andato ad accompagnare nostra figlia a scuola e mia moglie è andata al lavoro. Ho cominciato a preoccuparmi verso sera, quando non ho avuto più sue notizie. Il cellulare era spento. C'era stato in passato qualche problema tra di noi, ma l'avevamo superato e ora le cose stavano andando meglio. Non so cosa pensare, sono distrutto. Per favore ora voglio stare da solo, devo proteggere anche mia figlia».
MAMMA TUTTA CASA E CHIESA MA FREDDA ASSASSINA CON UNA DOPPIA VITA: CHI E' VERAMENTE CHIARA ALESSANDRI?
Calcolatrice, manipolatrice, spietata.
Chiara Alessandri, originaria di Rho (MI), 44enne separata e madre di tre bambini, ha ucciso quella che riteneva la sua rivale in amore con una lucidità e una crudeltà degna di un killer professionista. Ha attirato la sua vittima, moglie del suo ex amante, in una trappola diabolica. Un biglietto con scritto "Ti amo" che la vittima Stefania Crotti pensava fosse del marito.
L'assassina pare non avere rimorsi di coscienza.
Il giorno dopo aver ammazzato a colpi di martello Stefania Crotti, la Alessandri si è alzata nella sua villetta di via San Rocco e, come se non fosse successo niente, si è messa davanti allo specchio, e si è truccata il viso (come affermano dei vicini che l'hanno vista alla finestra). Poi è uscita di casa per accompagnare i suoi figli a scuola. Il più grande va in prima media, il secondo ha 7 anni, l'ultima 6. La stessa scuola dove Stefania Crotti avrebbe dovuto portare la sua bambina di 7 anni.
Alle 16:00 è andata a riprendere i bambini e si è fermata all'autolavaggio del distributore Eni. Ha chiesto che le pulissero l'auto, una Mercedes Classe B. Imaram, uno dei ragazzi pachistani addetti al lavaggio, si è occupato degli interni e del bagagliaio, dove aveva caricato il corpo di Stefania. Non vi erano tracce di sangue evidenti, solo "tanto, tanto sporco", come rivela in un'intervista. Lei, nell'attesa, chattava nervosa con il telefonino. Ha dato una controllata alla fine, ha pagato i 15 euro ed è tornata a casa.
Chiara Alessandri era una donna che dava una mano in chiesa e faceva la rappresentante dei genitori a scuola, ma è anche un'assassina.
Eppure, chi la conosceva a Gorlago non riesce a farsene una ragione. Era anche un po' criticata per via di quel carattere di "una che vuole sempre essere al centro dell'attenzione", come la descrive un conoscente, ma che nessuno avrebbe mai immaginato capace di tanto.

(Nell'immagine, una foto postata dalla vittima Stefania Crotti su Facebook nel 2013. Tra i commenti possiamo notarne anche due di Chiara Alessandri, che inizialmente avvia la "conversazione" sul post e, successivamente, quasi ignorata, si inserisce tra il breve scambio di commenti tra Stefania e il marito.)
Dal carcere di Verziano però, Chiara Alessandri nega di aver colpito la sua vittima. "L'ho spinta durante il litigio", afferma. E nega di averne bruciato il corpo. "L'ho abbandonato, ma non l'ho bruciato". Eppure, le prime indiscrezioni sull'autopsia eseguita sul corpo di Stefania Crotti confermano la presenza di quattro fori sul cranio. Fori che secondo gli inquirenti sarebbero dovuti a quattro colpi sferrati con un oggetto appuntito, compatibile con il martello trovato sotto il cadavere carbonizzato. Al momento pare non sia stato possibile stabilire il momento del decesso.
UN ORRORE PREMEDITATO DA ALMENO 13 GIORNI
Secondo quanto scritto nel provvedimento di fermo, Chiara preparava la sua vendetta da almeno tredici giorni, anche se continua a negare la premeditazione. L'ha uccisa il 17 gennaio 2019 ma i messaggi vocali mandati all'amico Angelo per chiedergli di farle da spalla nel famoso inganno della festa sono del 4 gennaio.
Per quanto riguarda la ricostruzione del movente, il PM Teodoro Catananti spiega che Chiara "non aveva saputo accettare la fine della relazione extraconiugale con Del Bello e la riappacificazione di quest'ultimo con la moglie Stefania".
Il piano omicida di Chiara Alessandri è stato quindi portato avanti per giorni. Un delitto tutt'altro che dovuto a una lite improvvisa, come la donna ha sostenuto in carcere davanti agli investigatori. E una delle ultime prove schiaccianti che dimostrerebbero la premeditazione arriva dalle tracce GPS lasciate dal Telepass montato sulla Mercedes classe B di Chiara Alessandri, l'auto con cui ha portato il corpo della "rivale" tra le sterpaglie. Secondo il percorso ricostruito, l'auto era già passata il giorno prima dal varco del casello dell'autostrada A4 a Rovato (BS). Un sopralluogo, probabilmente, per assicurarsi che fosse il luogo giusto dove concludere il suo piano macabro.
BRUCIATA VIVA
Nel marzo 2019, quando Chiara Alessandri richiede i domiciliari, viene reso noto un particolare agghiacciante emerso dall'autopsia sul cadavere effettuata dal Dr. Andrea Verzelletti presso gli Spedali Civili di Brescia: Stefania era ancora viva quando fu data alle fiamme dall'assassina. Secondo la ricostruzione dei fatti, sarebbe stata tramortita con quattro colpi di martello e trasportata tra le colline di Erbusco, per poi morire arsa dal fuoco. Secondo le ultime analisi sul corpo carbonizzato, vi era una concentrazione del 15% di carbossiemoglobina nel suo sangue, e fuliggine in gola e nel naso. L'orologio che portava al polso aveva smesso di funzionare alle 18:35 del 17 gennaio.
La vittima aveva inoltre un polso spezzato, e riportava venti martellate su tutto il corpo.
Due sono state le concause del decesso: traumatismo contusivo cranico e choc termico.
La Alessandri, che al momento del fermo riportava graffi lungo gli avambracci, continua a negare di averle dato fuoco, ma nella sua seconda auto è stata trovata una tanica di benzina.
CHIARA ALESSANDRI RESTA IN CARCERE
Nel giugno 2019, la Cassazione ha rigettato la richiesta di Chiara Alessandri di scontare la pena agli arresti domiciliari. L'assassina è sì incensurata, ma troppo pericolosa, assolutamente non pentita, e incurante delle sofferenze che ha causato.
Nello specifico, Per il Tribunale del Riesame l'accusata è "aggressiva, pericolosa, incapace di frenare le pulsioni criminose".
PUNTI DI DOMANDA
I QUESITI APERTI
- Chiara Alessandri stava organizzando l'omicidio da tempo, inviava vocali e parlava di Stefania Crotti in termini preoccupanti ("Sarei la prima a ballare sulla sua tomba"): com'è possibile che nessuno abbia previsto quella che col senno di poi appare come una "tragedia annunciata"?
- Il marito della vittima, un tempo amante dell'assassina, non sospettava nulla?
- Angelo, l'uomo che si è definito "usato come una marionetta" per essere stato complice indiretto dell'accaduto, davvero non conosceva il vero piano della Alessandri?
- Stefania Crotti ha veramente creduto alla messinscena della festa a sorpresa e al falso bigliettino d'amore a tal punto da non fare domande all'autista del furgone che l'ha bendata dopo averle consegnato una rosa, per poi condurla verso una morte drammatica?