Il caso Nicolotti

Il caso Nicolotti

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1930, Torino.

Vittoria Nicolotti giovane donna trovata morta dalla portinaia. Il tutto è avvenuto nel suo

appartamento, il cadavere mostra segni di tagli e morsi, la donna è seminuda, causa della morte è

lo strangolamento. La prima sospettata fu Rosa Vercesi, considerata da tutti come la strana del

paese. Durante le indagini si nota che anche il corpo della sospettata presenta ferite, tagli, morsi

ed ecchimosi, che sembrano ricordare proprio quelli di Vittoria.

Fin da subito risulta essere una storia confusa, che ha incuriosito il popolo Torinese.

Più le ricerche andavano avanti più Rosa risulta la colpevole, confessa di aver rubato dei gioielli a

casa dell'amica, e dopo l'omicidio anche di essere uscita di casa con gli abiti della vittima per non

destare sospetto, ma essendo conosciuta nel paese è stato un tentativo fallito. La prova della

colpevolezza è stato un morso trovato sul corpo della Nicolotti, l'arcata dentale corrispondeva a

quella di Rosa.

Sia la Nicolotti che la Vercesi si potavano considerare come delle donne "libere", erano tutte e due

sulla trentina al momento del fatto, non erano sposate e per lo più riuscivano a vivere da sole

grazie al guadagno del loro stesso lavoro.

Questo caso è stato rivoluzionario, non capitava spesso che in un omicidio fossero coinvolte

solamente due donne. La tipologia di rapporto, si credeva fosse solo lavorativa, difatti Rosa aveva

accesso al conto bancario di Vittoria, e come si scoprì successivamente, le doveva anche una

certa somma di denaro. Più le indagini proseguivano più i dubbi tra gli investigatori aumentavano,

Rosa aveva un fidanzato, e questa era una storia confermata; ma allo stesso tempo si vociferava

una storia d'amore tra le due giovani donne.

Il movente effettivo non è mai stato ritrovato, gli investigatori prima di incarcerare Rosa trovarono

dei residui di stupefacenti, senza negare l'assunzione la Vercesi avrebbe potuto far aprire una

nuova pista, dato che la droga proveniva proprio dalla Nicolotti. Gli accertamenti di quest'ultima

pista non sono mai stati fatti. Rosa Vercesi è stata incarcerata a Torino e morì in carcere, senza

che nessuno si ricordasse di lei.

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